Due prese nella stessa scatola: quanti punti luce sono secondo la norma?

Indice
State analizzando il preventivo dell'elettricista e i conti non vi tornano? Una delle questioni più spinose durante una ristrutturazione riguarda proprio la contabilità degli elementi elettrici: due prese nella stessa scatola quanti punti luce sono effettivamente? Spesso si crea confusione tra il numero di frutti (i moduli presa) e la scatola a muro che li ospita, portando a incomprensioni sui costi finali. Capire questa distinzione non è solo una questione economica, ma tecnica. Se stai pianificando una ristrutturazione completa, ti consigliamo di leggere la nostra guida su Progetti di casa: dalle fondamenta alle finiture, la tua guida per trasformare ogni spazio per avere un quadro generale. In questo articolo chiariremo ogni dubbio basandoci sulla normativa vigente e sulle consuetudini di mercato.
Informazioni chiave
- Commercialmente, due prese in una scatola contano spesso come un punto luce complesso o maggiorato, non come due quote intere.
- La norma CEI 64-8 impone dotazioni minime di prese per stanza per ottenere la certificazione di conformità.
- È fondamentale richiedere preventivi dettagliati distinguendo tra costo "a scatola" e "a frutto".
La risposta chiara: come si contano due prese nella stessa scatola?
Per sciogliere il dubbio su due prese nella stessa scatola quanti punti luce sono, bisogna distinguere tra normativa tecnica e prassi commerciale. Tecnicamente, la norma CEI 64-8 si concentra sulla dotazione minima e sulla sicurezza, considerando il "punto presa" come il punto di alimentazione accessibile. Tuttavia, nel preventivo economico, la risposta dipende dall'accordo con l'installatore. Solitamente, una scatola (come la classica 503) contenente due o tre moduli viene conteggiata come un unico "punto luce" complesso o maggiorato, non come due punti luce distinti interi. Se l'elettricista vi chiede di pagare due quote intere per due frutti affiancati nella stessa placca, potreste avere margine di trattativa. Il calcolo punti luce impianto elettrico deve essere trasparente: chiedete sempre se il prezzo è "a scatola" o "a frutto" per evitare sorprese.
La regola generale della norma CEI 64-8
La norma definisce i livelli minimi di dotazione. Per l'ente normatore, un gruppo di prese nella stessa scatola conta funzionalmente come un punto di prelievo energia unico per quel nodo, pur offrendo più connessioni simultanee.
Esempi pratici: dalla scatola 503 alla 504
Una scatola 503 quanti punti luce rappresenta? Commercialmente è quasi sempre un unico punto (magari tariffato diversamente da un interruttore semplice), indipendentemente dal fatto che ospiti una presa Schuko o due bipasso.
Cos'è esattamente un "punto luce" per la normativa?
La definizione punto luce è spesso usata impropriamente nel linguaggio comune. A rigore, il punto luce sarebbe l'alimentazione di una lampada (interrotta da comando), mentre le prese sono "punti presa". Tuttavia, nei preventivi si tende a unificare tutto sotto la voce "punto luce" per semplificare il calcolo del costo punto luce. Rientrano in questo conteggio le prese di corrente (da 10A, 16A, Schuko), gli interruttori, i deviatori, i pulsanti e le prese TV o dati. Non dimentichiamo che la posizione è strategica: ad esempio, bisogna calcolare attentamente la distanza prese letto matrimoniale per garantire che i punti siano accessibili e funzionali, evitando prolunghe volanti che la norma sconsiglia vivamente.
Non solo prese: cosa rientra nella definizione ufficiale
Oltre alle spine elettriche, anche i punti di comando (interruttori), le suonerie, i termostati e le prese dati/segnale (TV, telefono, rete LAN) sono contabilizzati come punti funzionali dell'impianto.
Elementi esclusi dal conteggio dei punti luce
Le scatole di derivazione, i coperchi ciechi che chiudono spazi vuoti nelle placche e le tubazioni di raccordo non sono considerati punti luce, ma fanno parte delle voci generali o della manodopera.
Perché è cruciale calcolare correttamente i punti luce?
Un conteggio errato non influisce solo sul portafoglio, ma sulla validità legale del lavoro. La certificazione impianto elettrico (Dichiarazione di Conformità o DiCo) viene rilasciata solo se l'impianto rispetta i criteri minimi di dotazione previsti dalla legge. Se per risparmiare installate meno prese del dovuto, l'impianto potrebbe non essere certificabile. Inoltre, definire chiaramente i punti serve a stabilire i livelli prestazionali impianto (Livello 1 Base, Livello 2 Standard, Livello 3 Domotico). Un livello superiore aumenta il valore immobiliare della casa, ma richiede un numero maggiore di punti presa e circuiti dedicati. Capire la differenza di costo tra una presa singola e una doppia nella stessa scatola vi permette di ottimizzare il budget senza scendere sotto la soglia di sicurezza normativa.

Installation de prises aux normes
Impatto diretto sul costo del preventivo dell'elettricista
Il prezzo medio varia dai 40 ai 60 euro a punto. Se due prese nella stessa scatola vengono contate come due punti interi (100€ invece di 50-60€), il preventivo finale esploderà ingiustificatamente.
Quanti punti luce servono per ogni stanza? (Tabella CEI 64-8)
La norma CEI 64-8 stabilisce quantità minime precise in base alla metratura e alla funzione della stanza per il Livello 1 (Base). Rispettare questi minimi è obbligatorio per la conformità. Ecco una sintesi dei requisiti base:
| Locale | Punti Presa Minimi | Punti Luce (Illuminazione) |
|---|---|---|
| Soggiorno (< 25 mq) | 4 | 1 |
| Cucina | 5 | 1 |
| Camera da letto | 3 | 1 |
| Bagno | 2 | 1 |
Questi numeri si riferiscono ai punti di prelievo, non necessariamente al numero di scatole. Ad esempio, in cucina, le prese sul piano lavoro sono cruciali e spesso raggruppate. Anche durante lavori idraulici complessi, come decidere la posa piatto doccia prima o dopo piastrelle, bisogna aver già predisposto i punti elettrici per specchi o prese di servizio in bagno a distanza di sicurezza dall'acqua.
Requisiti minimi per soggiorno e cucina
La cucina è l'ambiente più esigente. Oltre ai 5 punti presa generici, servono alimentazioni dedicate per gli elettrodomestici fissi (forno, frigo, lavastoviglie), che vanno calcolate a parte.
« Consiglio sempre di negoziare un prezzo 'a punto completo' per le scatole 503 multiple. Il lavoro murario è unico; aggiungere un secondo modulo costa solo il materiale e pochi minuti di cablaggio in più. La chiarezza evita dispute. »
Definire con precisione due prese nella stessa scatola quanti punti luce sono vi mette al riparo da discussioni sgradevoli a fine lavori. Abbiamo visto che, sebbene la norma parli di punti di utilizzo, la consuetudine commerciale tende a valorizzare la scatola o il gruppo funzionale, con un costo che non dovrebbe mai essere il doppio esatto di una presa singola. Verificate sempre che il vostro impianto rispetti i minimi della CEI 64-8 per garantire sicurezza e valore al vostro immobile. Un preventivo dettagliato voce per voce è l'unica arma per gestire al meglio il budget della vostra ristrutturazione senza rinunciare alla qualità.
❓Domande Frequenti (FAQ)
Una presa Schuko conta come due punti luce?
No, pur occupando due moduli nella placca, vale come un singolo punto funzionale. Solitamente ha un costo leggermente superiore alla presa standard, ma non il doppio.
Cosa succede se non rispetto il numero minimo di prese?
L'impianto non può ricevere la Dichiarazione di Conformità (DiCo). Senza certificazione, l'immobile perde valore commerciale e si rischiano problemi assicurativi in caso di incidenti domestici.
Il punto comando (interruttore) ha lo stesso prezzo della presa?
Sì, nel preventivo standard il prezzo base è spesso unificato. Tuttavia, comandi speciali come deviatori, invertitori o dimmer possono avere costi specifici più alti per materiale e cablaggio.